Tommaso Albinoni (Tomaso Albinoni) |
Musicisti Strumentisti

Tommaso Albinoni (Tomaso Albinoni) |

Tommaso Albinoni

Data di nascita
08.06.1671
Data di morte
17.01.1751
Professione
compositore, strumentista
Paese
Italia

Tommaso Albinoni (Tomaso Albinoni) |

Si conoscono solo pochi fatti sulla vita di T. Albinoni, violinista e compositore italiano. Era nato a Venezia in una ricca famiglia borghese e, a quanto pare, poteva studiare musica con calma, non preoccupandosi particolarmente della sua situazione finanziaria. Dal 1711 cessò di firmare le sue composizioni “Venetian dilettante” (delettanta venete) e si fece chiamare musico de violino, sottolineando così il suo passaggio allo status di professionista. Non si sa dove e con chi studiò Albinoni. Si ritiene che J. Legrenzi. Dopo il matrimonio, il compositore si trasferì a Verona. A quanto pare, per qualche tempo visse a Firenze – almeno lì, nel 1703, fu rappresentata una sua opera (Griselda, in libre. A. Zeno). Albinoni visitò la Germania e, ovviamente, vi si mostrò un maestro eccezionale, poiché fu a lui affidato l'onore di scrivere ed eseguire a Monaco (1722) un'opera per il matrimonio del principe Carlo Alberto.

Non si sa più di Albinoni, se non che morì a Venezia.

Anche le opere del compositore pervenute fino a noi sono poche, principalmente concerti strumentali e sonate. Tuttavia, essendo un contemporaneo di A. Vivaldi, JS Bach e GF Handel, Albinoni non rimase nelle fila dei compositori i cui nomi sono noti solo agli storici della musica. Nel periodo di massimo splendore dell'arte strumentale italiana del Barocco, sullo sfondo del lavoro degli eccezionali maestri concertatori del XIX - prima metà del XIX secolo. – T. Martini, F. Veracini, G. Tartini, A. Corelli, G. Torelli, A. Vivaldi e altri – Albinoni disse la sua significativa parola artistica, che nel tempo fu notata e apprezzata dai discendenti.

I concerti di Albinoni sono ampiamente eseguiti e registrati su dischi. Ma ci sono prove del riconoscimento del suo lavoro durante la sua vita. Nel 1718 fu pubblicata ad Amsterdam una raccolta che comprendeva 12 concerti dei più famosi compositori italiani dell'epoca. Tra questi c'è il concerto in sol maggiore di Albinoni, il migliore di questa raccolta. Il grande Bach, che studiò attentamente la musica dei suoi contemporanei, individuò le sonate di Albinoni, la bellezza plastica delle loro melodie, e su due di esse scrisse le sue fughe per clavicembalo. Si sono conservate anche le prove fatte dalla mano di Bach ea 6 sonate di Albinoni (op. 6). Di conseguenza, Bach imparò dalle composizioni di Albinoni.

Conosciamo 9 opere di Albinoni – tra cui cicli di sonate in trio (op. 1, 3, 4, 6, 8) e cicli di “sinfonie” e concerti (op. 2, 5, 7, 9). Sviluppando il tipo di concerto grosso che si sviluppò con Corelli e Torelli, Albinoni raggiunge in esso un'eccezionale perfezione artistica: nella plasticità dei passaggi da tutti a solo (di cui di solito ne ha 3), nel più fine lirismo, nobile purezza di stile. Concerti op. 7 e op. 9, alcuni dei quali comprendono un oboe (op. 7 nn. 2, 3, 5, 6, 8, 11), si distinguono per la particolare bellezza melodica della parte solistica. Sono spesso indicati come concerti per oboe.

Rispetto ai concerti di Vivaldi, alla loro portata, ai brillanti virtuosismi solistici, ai contrasti, alla dinamica e alla passione, i concerti di Albinoni si distinguono per il loro sobrio rigore, la squisita elaborazione del tessuto orchestrale, il melodismo, la padronanza della tecnica contrappuntistica (da cui l'attenzione di Bach nei loro confronti) e , soprattutto, quella concretezza quasi visibile delle immagini artistiche, dietro la quale si intuisce l'influenza dell'opera.

Albinoni scrisse circa 50 opere (più del compositore d'opera Handel), a cui lavorò per tutta la vita. A giudicare dai titoli (“Cenobia” – 1694, “Tigran” – 1697, “Radamisto” – 1698, “Rodrigo” – 1702, “Griselda” – 1703, “Didone Abbandonata” – 1725, ecc.), nonché da i nomi dei librettisti (F. Silvani, N. Minato, A. Aureli, A. Zeno, P. Metastasio) lo sviluppo dell'opera nell'opera di Albinoni andò nella direzione dall'opera barocca all'opera seria classica e, di conseguenza, a quell'opera levigata caratteri, affetti, cristallinità drammatica, chiarezza, che erano l'essenza del concetto di opera seria.

Nella musica dei concerti strumentali di Albinoni si avverte chiaramente la presenza di immagini operistiche. Elevati nel loro tono ritmico elastico, gli allegri maggiori dei primi movimenti corrispondono all'eroismo che apre l'azione operistica. È interessante notare che il motivo orchestrale del titolo del tutti di apertura, caratteristico di Albinoni, iniziò in seguito a essere ripetuto da molti compositori italiani. I finali maggiori dei concerti, per la natura e il tipo di materiale, riecheggiano il lieto epilogo dell'azione operistica (op. 7 E 3). Le parti minori dei concerti, magnifiche nella loro bellezza melodica, sono in sintonia con le arie d'opera del lamento e sono alla pari con i capolavori dei testi lamentosi delle opere di A. Scarlatti e Händel. Come è noto, il legame tra il concerto strumentale e l'opera nella storia della musica nella seconda metà del XIX e all'inizio del XIX secolo era particolarmente intimo e significativo. Il principio fondamentale del concerto – l'alternanza di tutti e solo – è stato suggerito dalla costruzione di arie d'opera (la parte vocale è un ritornello strumentale). E in futuro, l'arricchimento reciproco dell'opera e del concerto strumentale ha avuto un effetto fruttuoso sullo sviluppo di entrambi i generi, intensificandosi con la formazione del ciclo sonata-sinfonico.

La drammaturgia dei concerti di Albinoni è squisitamente perfetta: 3 parti (Allegro – Andante – Allegro) con un picco lirico al centro. Nei cicli in quattro voci delle sue sonate (Grave – Allegro – Andante – Allegro), la terza parte funge da centro lirico. Il tessuto sottile, plastico, melodico dei concerti strumentali di Albinoni in ciascuna delle sue voci attrae l'ascoltatore moderno per quella bellezza perfetta, rigorosa, priva di ogni esagerazione, che è sempre segno di alta arte.

Y. Evdokimov

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